I Paesi dove si divorzia di più al mondo

In Italia il divorzio è un fenomeno che, pur essendo cresciuto negli ultimi decenni, resta meno diffuso rispetto ad altri Paesi europei. Secondo gli ultimi dati Istat, nel nostro Paese il numero di separazioni e divorzi è in costante aumento dagli anni 2000, anche se non raggiunge i livelli osservati in nazioni vicine come Spagna, Francia o Portogallo. A livello globale, però, esistono Paesi in cui lo scioglimento del matrimonio è diventato la norma piuttosto che l’eccezione.
Per valutare il fenomeno, gli istituti di statistica utilizzano due indicatori principali:
- il tasso di divorzialità, cioè la percentuale di matrimoni che finiscono in divorzio in un determinato anno;
- il tasso di divorzi per abitanti, ovvero il numero di divorzi registrati per 1.000 persone in un anno.
A seconda dell’indicatore scelto, la classifica dei Paesi cambia in modo significativo.
Classifica per tasso di divorzialità
Secondo i dati disponibili (2016), il primato spetta al Portogallo, dove ben il 71% dei matrimoni termina con un divorzio. Sul podio seguono il Lussemburgo (66%) e la Spagna (57%). Nella top 10 rientrano anche Paesi europei del Nord come Danimarca (56%) e Finlandia (56%), ma anche nazioni extraeuropee come Cuba (56%).
Altri Paesi con valori molto alti sono il Belgio (54%), i Paesi Bassi (53%) e la Russia (52%).
👉 L’Italia si colloca all’8º posto, con un tasso del 54%.
Classifica per divorzi su 1.000 abitanti
Se invece si prende in considerazione il numero di divorzi rispetto alla popolazione, il quadro cambia. La Russia occupa la prima posizione con 4,8 divorzi per 1.000 abitanti, seguita da Bielorussia (4,1) e Gibilterra (3,2).
In questa classifica entrano anche gli Stati Uniti (3,2), i Paesi baltici come Lettonia e Lituania (3,1), la Moldavia (3,1) e ancora la Danimarca (3). A chiudere la top 10 troviamo Cuba (2,9) e Ucraina (2,8).
👉 L’Italia è molto più in basso: 39ª posizione, con appena 1,9 divorzi per 1.000 abitanti.
La situazione in Italia
Rispetto a queste cifre, l’Italia rimane quindi un Paese in cui il matrimonio appare più solido rispetto ad altre nazioni. Le ragioni principali sono:
- un numero complessivo di matrimoni già inferiore rispetto ad altri Paesi europei;
- una tradizione familiare e culturale ancora fortemente legata all’istituzione del matrimonio;
- l’introduzione del “divorzio breve” (dal 2015) che ha semplificato le procedure, ma non ha portato a un boom paragonabile a quello visto altrove.
Oggi, la maggior parte delle procedure in Italia avviene per consenso reciproco, riducendo le cause giudiziarie lunghe e conflittuali. Il divorzio per colpa, che in passato era molto più frequente, rappresenta ormai solo una minima parte dei casi.
Guardando i dati internazionali, emerge chiaramente che l’Italia resta un Paese in cui il matrimonio, pur cambiato nel tempo, continua ad avere una solidità maggiore rispetto ad altre realtà europee e mondiali. Tuttavia, le nuove generazioni, meno legate ai modelli tradizionali, potrebbero modificare questo scenario nei prossimi anni, avvicinando anche l’Italia ai livelli di Paesi come Spagna o Francia.
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